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Malattie e disturbi mentali
Disturbi dell'umore
Le informazioni qui riportate hanno solo un fine illustrativo: non sono riferibili né a prescrizioni né a consigli medici – Leggi le avvertenze
Con il termine disturbo dell’umore in psichiatria si designa la vasta classe delle patologie e sintomi che consistono in alterazioni o anomalie del tono dell’umore dell’individuo, che siano di entità tale da causare alla persona problemi o disfunzioni persistenti o ripetute, oppure disagio marcato.
Il concetto di tono dell’umore indica il correlato emotivo di fondo della nostra attività mentale. Ogni persona ha un proprio tono dell'umore che il soggetto tende a manifestare con maggiore frequenza. Questo può essere considerato come caratteristico del soggetto, quale abitudine caratteriale e come parte del temperamento della persona. Esso è il risultato sia di una dotazione biologica di base dell’individuo, ovvero la sua costituzione ereditaria, sia delle modificazioni dovute all’ambiente di crescita e sviluppo della personalità (inclusi i fattori presenti nel corso della vita intrauterina). Sono stati individuati alcuni neurotrasmettitori direttamente associati alle funzioni di regolazione dell'umore, i principali sono la serotonina, la noradrenalina e la dopamina.
Diagnosi
Oltre all’umore di base del soggetto, vengono considerate fisiologiche alcune oscillazioni periodiche in conseguenza di avvenimenti allegri o tristi. In psichiatria occorre distinguere un’oscillazione fisiologica del tono dell’umore da un’alterazione patologica che deve venire diagnosticata e curata.
Esistono 4 criteri fondamentali che sono indicatori di alterazione patologica del tono dell’umore:
* Inadeguatezza della reazione affettiva agli eventi (ridere ad un funerale)
* Intensità dell’alterazione affettiva: numero e gravità dei sintomi presentati
* Qualità dell’umore (a volte il paziente non si sente triste ma si sente diverso come se avesse interrotto il suo continuum esistenziale)
* Compromissione del funzionamento sociale e lavorativo
Esistono inoltre 3 elementi di conferma, che comunque se assenti NON escludono la diagnosi:
* Precedenti disturbi psichiatrici all’anamnesi
* Risultati positivi di scale di valutazione che quantificano e qualificano il disturbo
* Presenza di correlati biologici alterati
Eziologia
Nella maggioranza dei casi la patologia del tono dell'umore lamentata è una delle molte forme di depressione. Nella prassi medica vengono riconosciute e tenute distinte due tipi depressione, in base alla causa:
* Depressione Biologica, dovuta ad alterazione nei meccanismi neurotrasmettitoriali (il cervello influenza la psiche)
* Depressione Psicogena, dovuta ad una serie di reazioni e conflitti interiori conseguenti ad un avvenimento positivo o negativo che ha modificato esageratamente l’umore del paziente (la psiche influenza il cervello)
La classificazione eziologica è basata sull'intuizione del medico, è pratica per valutare la strategia clinica, ma non è rigida. Al giorno d’oggi si preferisce considerare un’unica classe di depressione che unisce le due eziologie, indipendentemente dalle cause è noto che i due fattori formano un sistema collegato.
L’alterazione del tono dell’umore è considerata patologico quando sono presenti i 4 criteri fondamentali diagnostici prima considerati, ed è associata ad un’alterazione biologica. Ciò è ipotizzabile in base alla risposta positiva alle terapie farmacologiche. La maggior parte delle volte l’alterazione dell’umore è preceduta o contestuale ad eventi esistenziali importanti (negativi o positivi, o cambiamenti di vita) che hanno comunque modificato la psiche del paziente o la sua percezione della realtà.
I quadri clinici e la loro osservazione
Le alterazioni del tono dell’umore si studiano secondo due prospettive temporali:
* Trasversale: considera lo stato morboso del paziente al momento esatto dell’osservazione del medico, fornendo il quadro patologico transitorio attuale di alterazione del tono dell’umore (episodio depressivo maggiore, episodio depressivo minore, episodio ipomaniacale, episodio maniacale, episodio misto)
* Longitudinale: considera la malattia nella sua interezza e nel suo percorso patologico, come episodio unico, o recidivante con intervalli di normalità, o cronicizzazione continua; secondo il DSM-IV dell’Associazione Americana di Psichiatria i disturbi dell’umore si distinguono a seconda della polarità in episodi bipolari (depressivi e maniacali: disturbo bipolare I, disturbo bipolare II, disturbo ciclotimico) o unipolari (esclusivamente depressivi: disturbo depressivo maggiore, disturbo distimico)
Disturbi dell'Umore: Prospettiva Trasversale
A - EPISODIO DEPRESSIVO MAGGIORE (Depressione maggiore) [modifica]
Si definisce episodio depressivo maggiore un periodo circoscritto di tempo durante il quale l’umore è persistentemente e gravemente depresso. Nella forma classica questo disturbo ha una durata tipica, superiore alle due settimane ma inferiore ai 12-18 mesi. Clinicamente, si osserva una caduta primaria del tono dell’umore quale sintomo preponderante, che influenza negativamente anche altre funzioni mentali e somatiche.
A seconda dei sintomi presenti si considerano diversi "cluster", cioè aspetti o ambiti di disturbo. Questi hanno legami con fattori individuali (condizioni fisiche, età, carattere), sociali e culturali. Gli ambiti (cluster) principali sono:
* Emotivo - Affettivo: il soggetto è triste, scoraggiato, abbattuto, si dispera, piange, si chiude in se stesso e soffre; non sempre il paziente sa di essere malato, ma si sente come se avesse una “morte interiore”; è caratterizzato inoltre da anedonia (incapacità di provare piacere), che si nota soprattutto nelle circostanze che prima lo rendevano felice + indifferenza per ciò che accade intorno e per le persone che gli stanno vicino, che si nota anche nelle espressioni del volto e nella gestualità, con generale rallentamento e intorpidimento + frequente ma non fondamentale sensazione di ansia; nei bambini si presenta con irritabilità più che tristezza
* Cognitivo - Percettivo: secondari al calo dell’umore si hanno disturbi cognitivi, delle prestazioni intellettuali, del pensiero, della memoria, della percezione sensoriale; il paziente si sente intontito e confuso; è caratterizzato da calo della concentrazione, anedonia, rallentamento del pensiero fino alla staticità caratteristica della depressione melanconica (“arresto temporale“) + il paziente ha scarsa autostima, si sente inadeguato, incapace, inferiore agli altri + pensiero della morte sia come paura per problemi ipocondriaci, sia come tentativo di suicidio per smettere di soffrire + allucinazioni uditive, dello schema corporeo, gustative, olfattive, in minor numero visive; nelle depressioni psicotiche si hanno idee deliranti gravi di colpa, persecuzione, rovina economica
* PsicoMotorio: caratterizzato da rallentamento fisico oltre che del pensiero; il paziente è inetto, resta a letto tutto il giorno, non si interessa della sua igiene personale, non parla, ha caratteristiche catatoniche come sguardo fisso e rallentamento dell’attività mimico-gestuale e verbale (anche se la mimica resta fissa su un'espressione sofferente, a differenza del parkinsoniano che ha una mimica inespressiva); in alcuni casi si ha un atteggiamento di agitazione psicomotoria con movimenti senza pace portati dall’ansia e dall’insofferenza
* SomatoVegetativo: la depressione causa sintomatologia somatica con alterazione dell’appetito per perdita del piacere alimentare e calo del peso corporeo (in alcuni casi si ha iperfagia e aumento del peso) + astenia, affaticabilità, pesantezza psicofisica e torpore + disregolazione del ciclo sonno-veglia con insonnia caratterizzata da addormentamento ritardato, risvegli multipli notturni, risveglio precoce al mattino con sensazione di cattivo riposo + calo della libido e dell‘efficienza sessuale + sintomi cardiovascolari come oppressione toracica e cardiopalmo + sintomi gastrointestinali come dispepsia e stipsi + sintomi urogenitali come disuria
* Cronobiologico: i sintomi si ripetono con decorso oscillatorio circadiano e stagionale, si hanno picchi depressori al mattino (dovuti ad insonnia) e riduzione della sofferenza verso sera
Tipi Clinici
* Depressione Melanconica: caratterizzata da cluster psicomotorio e cronobiologico. La persona lamenta una sofferenza cronica diversa dalla tristezza, con sensazione di frattura dal continuum esistenziale solito. Il paziente si sente spento ed emotivamente inibito. Può provare un senso di dolore morale. La malattia ha un’eziologia endogena, è cioè dovuta ad una predisposizione individuale biologica più che da eventi esistenziali (frequenza: 20% sul totale dei casi).
* Depressione Psicotica: caratterizzata dal cluster cognitivo-percettivo, con deliri di colpa, di rovina economica, ipocondriaci, negativistici di negazione del proprio essere. Alcuni sintomi derivano direttamente dall’alterazione del tono dell’umore, cui si aggiungono altri deliri incongrui indipendenti dalla depressione, persecutori e di riferimento (il paziente pensa che tutto quello che succede sia riferito a lui, che la gente lo osservi per strada). Può includere gravi allucinazioni. Anche questo tipo di depressione ha un’eziologia endogena biologica (frequenza: 15% sul totale dei casi)
* Depressione Atipica: caratterizzata da sintomi somato-vegetativi inversi, come ipersonnia, iperfagia, aumento di peso, aumento di reattività motoria. Colpisce soprattutto le donne con disturbo di personalità istrionico.
* Depressione Catatonica: caratterizzata da sintomi psicomotori negativi, come rallentamento dell’attività motoria ed intellettiva sino alla catatonia (rigidità motoria, acinesia, mutismo), alternati a momenti psicomotori positivi, come stati di irrequietezza ed agitazione.
E' da considerare che il concetto di "tipo clinico", così come il concetto di "cluster", indica solo la forma in cui si presentano i sintomi. Non contiene informazioni su eventuali cause - come conflitti interiori e difficoltà esistenziali, traumi o altro vissuto personale - che potrebbero essere messi in collegamento con la condizione del paziente.
Complicanze
La complicanza più frequente è il suicidio, presente nel 15% dei casi, che colpisce soprattutto oltre i 55 anni + abuso di alcol o sostanze psicoattive + presenza di altro disturbo psichiatrico che può essere successivo alla depressione (demenza), oppure coesistente con la depressione (disturbo dell’alimentazione, disturbo di panico, DOC), oppure può essersi risolto esitando in depressione (disturbo conversivo)
Decorso
La depressione può esordire lentamente o acutamente nel giro di pochi giorni, solitamente a partire da un fatto scatenante che ha colpito negativamente la vita del paziente, il quale riferisce una frattura dal suo continuum psicologico; se non curata la depressione ha un decorso naturale della durata da 4 mesi a 2 anni, con successiva remissione e completo recupero. Entro questo periodo i sintomi tipici della depressione maggiore scompaiono. Se la malattia dura oltre i due anni si tratta di depressione cronica, una forma ad intensità minore. A seconda del decorso si possono distinguere due sotto-tipi di depressione particolari: la forma cronica che dura oltre i 2 anni, e la stagionale, in cui l’episodio si ripresenta sempre nello stesso periodo dell’anno per poi risolversi in alcuni mesi. Ci sono forme caratteristiche di momenti particolari della vita, come la depressione post-partum (che compare entro 4 settimane dal parto) o quella che può seguire la menopausa. La depressione maggiore nella sua forma piu "classica", comunque, colpisce i soggetti in periodi della vita non caratterizzati da fatti particolari. Alcune persone sono colpite più volte nel corso della vita, da episodi distanziati fra loro di molti anni, a volte un numero di anni regolare.
Correlati Biologici
Non è presente un marker diagnostico della depressione ma sono possibili alcuni studi neurologici che permettono di individuare alterazioni del tono dell’umore:
* Test Biochimici: individuano alterazione dei neurotrasmettitori interessati nella funzionalità del tono dell’umore, soprattutto serotonina e noradrenalina, ma anche acetilcolina, dopamina e GABA; si notano ipofunzione del neurotrasmettitore, deficit recettoriali, e alterazioni della trasduzione intracellulare
* Test di Soppressione al Desametasone DST: evidenzia alterazioni della funzionalità dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, presenti nella depressione (e in altri disturbi psichiatrici affettivi) e nel morbo di Cushing; fisiologicamente i livelli circadiani di cortisolo hanno un picco elevato al mattino, ma se il paziente prende 1mg di DST la sera prima, il picco non si presenta; in caso di anomalia dell’asse surrenale si ha ugualmente il picco di cortisolo (“escape“ dal DST positivo se valori > 5 g/dl); il test ha una sensibilità del 70% per depressione maggiore, in confronto al 30% della sensibilità di altri disturbi psichiatrici
* EEG durante il Sonno: evidenzia discontinuità del sonno con riduzione delle fasi 3 e 4, aumento della fase REM; sovente erano presenti anche prima dell’episodio depressivo; hanno una sensibilità favorevole nel 50% dei pazienti (e nel 90% delle forme gravi di depressione, come pazienti ricoverati)
* Studi Neuroradiologici: alla TC si hanno aumentato rapporto tra ventricoli e corteccia, dilatazione dei solchi cerebrali, anomalie densitometriche (ma presenti anche in schizofrenia) + alla RMN si ha diminuzione dei gangli della base + alla PET si ha ridotto metabolismo della corteccia prefrontale laterale sx, giro del cingolo e lobi parietali + alla SPECT si ha diminuito flusso ai lobi frontali e temporali bilaterali e al giro del cingolo
FONTE
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