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Assistenza Domiciliare Integrata
L’Assistenza Domiciliare è stata definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “la possibilità di fornire a domicilio del paziente quei servizi e quegli strumenti che contribuiscono al mantenimento del massimo livello di benessere, salute e funzione”.
Le famiglie, i cittadini e il nostro Sistema Sanitario Nazionale (S.S.N.) da anni si stanno orientando verso forme di assistenza che possano contribuire ad un miglioramento della qualità della vita, che siano più recettive a comprendere i bisogni e le esigenze individuali, che possano ridurre le occasioni di ospedalizzazione non essenziali e, soprattutto, far si che il paziente non rinunci, a causa della malattia, al suo nucleo familiare.
Il S.S.N. tende così ad assicurare, a tutti quei pazienti il cui accesso al medico è precluso dalle loro condizioni o anche perché ospiti in residenze protette, un'assistenza in grado di poter ottenere e garantire, presso la propria residenza, di: una disponibilità o accesso periodico del medico al di fuori delle normali richieste di visita domiciliare per situazioni acute, avere la possibilità di essere sottoposti a visite specialistiche, godere di una serie di servizi e risorse mediche, infermieristiche, tecniche o para sanitarie che possano minimizzare il ricorso all’ospedalizzazione.
L'obbiettivo del nostro Sistema Sanitario è un modello che rinchiude servizi non solo sanitari, ma anche sociali, integrando la medicina di base con quella specialistica.
Mentre in ambito ospedaliero vi è una stratificazione netta delle mansioni del personale, ciò non avviene in ambito domiciliare dove, data la complessità del lavoro, i confini di chi opera appaiono sfumati.
Al capezzale dell’assistito l’operatore sanitario si trova da solo, si espone in prima persona affidandosi sul proprio bagaglio tecnico e a volte consapevole di contare solo su se stesso per ciò che riguarda le proprie azioni e le relative responsabilità. Un ambiente, quello domiciliare, in cui conta non solo la professionalità di chi opera, ma il rapporto che si instaura tra operatore sanitario e paziente/nucleo familiare.
Si devono non solo individuare quali sono i bisogni sanitari ma cogliere quei segnali, spesso celati, di malessere sociale, di conflittualità legate alla difficoltà di relazione, nonché sforzarsi di interpretare le situazioni di ansietà.
La difficoltà di chi lavora in questa area è anche di trovare una risoluzione immediata ed appropriatamente efficace a situazioni che sovente lo coinvolgono e che compaiono senza un grado di prevedibilità; problemi,che data la loro imprevedibilità, non possono essere regolamentati o codificati in anticipo.